Domenica 27 maggio. Esattamente 84 giorni dalle elezioni politiche del 4 marzo. Mi trovo in Spagna da 2 mesi e mezzo e, politicamente parlando, il mio paese è ancora lo stesso. Da grande appassionato di politica ho seguito con attenzione e interesse le varie ipotesi di governo che si sono succedute in tutte queste settimane, troppo spesso frutto della frenesia giornalistica e dalla voglia di fare titoli.
Vedere le cose da “dì fuori” permette uno sguardo maggiormente distaccato e meno preoccupato sullo stallo creatosi all’indomani delle elezioni. Allo stesso tempo, altri, come Unione Europea e giornali stranieri, vedono le cose da “di fuori”, come me, però con molta più preoccupazione. Già, l’ipotesi di un governo Lega – Movimento 5 Stelle, basata su una possibile agenda politica euroscettica, preoccupa le cancellerie di alcuni paesi europei.
Le probabilità che un governo simile veda la luce sono elevate: da diversi giorni, Giuseppe Conte – già ministro della pubblica amministrazione nel fantagoverno pentastellato ipotizzato da Luigi Di Maio – ha ricevuto l’incarico dal presidente Mattarella. Proprio in queste ore, il giurista pugliese sta cercando di risolvere alcuni grattacapi causati dalla squadra di governo da mettere in campo. Le caselle da riempire di alcuni Ministeri sono delicati e incideranno anche sul piano internazionale. Una su tutte: quella del Ministero dell’Economia. Un dicastero che potremmo definire” internazionale”, date le dirimenti questioni economiche che riguardano l’intera area Euro, di cui facciamo parte. In queste ore, pare che stiamo assistendo a un braccio di ferro tra il leader della Lega Matteo Salvini e il presidente della Repubblica, proprio dovuto alla scelta del futuro ministro. Il Carroccio spinge per la nomina dell’82enne Paolo Savona, economista e già ministro nel governo Ciampi (1993), noto per la sua avversione alla moneta unica e alle politiche economiche europee, a suo avviso imposte dalla Germania.
Per alcuni, questo governo segnerà un cambiamento e permetterà al paese di svincolarsi dal “giogo europeo”, a favore dell’interesse nazionale”, un’espressione che mi ricorda la prima metà del Novecento, caratterizzata da ben due conflitti mondiali tra nazioni. Per altri, segnerà un netto passo indietro, una vera e propria “catastrofe”,rispetto alle politiche attuate dagli ultimi governi, ritenute benefiche e migliorative delle condizioni generali del nostro paese.
Al di là delle mie opinioni personali o preferenze politiche, mi viene in mente soltanto una cosa: 84 giorni. La crisi politica che sta attraversando il mio paese ha superato il record di stallo, detenuto fino ad oggi dalla formazione per il governo Amato (1992).
E ci troviamo ancora senza un governo.
Figuriamoci quanto tempo sarà necessario per vedere il “cambiamento” o la “catastrofe”!
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Cofondatore de L’Eclettico e giornalista professionista. Mille pensieri, tanta curiosità e voglia di mettersi in discussione. Scrivo, ascolto e leggo (parecchio). Mi sono laureato in Storia e ho avuto la possibilità di studiare la criminalità organizzata, tema di cui mi occupo con frequenza. Per lavoro seguo in maniera ossessiva la politica e tutto ciò che vi ruota attorno. Ogni tanto però mi concedo una pausa, qualche viaggio all’estero o in Italia. Al mio fianco ho sempre un sottofondo musicale: il rap.