Nella società moderna l’istruzione scolastica rappresenta una modalità importante per la comunicazione e lo scambio delle informazioni ma anche per potersi costruire un futuro.

La maggior parte dei bambini ad esempio impara a leggere con relativa facilità (grazie ad un’appropriata istruzione), una piccola e sostanziale parte (3-10%) della popolazione presenta difficoltà nell’apprendimento.

DSA è la sigla che definisce tutte le persone con disturbi specifici di apprendimento.

Nei dibattiti riguardo al tema dei DSA si evidenziano ancora tanti episodi di disinformazione causati da stereotipi e pregiudizi. Molti di questi si possono riscontrare soprattutto nelle informazioni trasmesse dai media, o ascoltare nelle parole di persone (genitori, insegnanti, alunni) spesso poco informate sull’argomento.

Le false credenze più diffuse sono:

  • I DSA sono una malattia
  • Chi ha uno o più DSA non è molto intelligente perché non riesce a leggere e o far di conto
  • È la conseguenza dello scarso impegno a scuola dei bambini di oggi
  • Tutti i DSA sono dislessici
  • Gli adolescenti con DSA sono perduti
  • I DSA sono causati da uno scadimento della didattica. La dislessia è l’effetto della scarsa frequenza di lettura
  • I DSA non esistevano in passato
  • I DSA sono avvantaggiati perché possono utilizzare gli strumenti compensativi e le misure dispensative che semplificano troppo la didattica
  • Gli studenti con DSA se eseguono correttamente una verifica devono avere un voto più basso dei compagni per giustizia in quanto la verifica era più breve o più semplice
  • Le persone con DSA sono tutte dei geni
  • I ragazzi con DSA nascono senza disturbi e in qualche modo ne vengono colpiti

Questi pregiudizi influenzano la percezione che le persone con disturbi specifici di apprendimento hanno di loro stesse, generando spesso una rappresentazione negativa della propria condizione.

Le persone con disturbi specifici di apprendimento incontrano le maggiori difficoltà nel mondo della scuola poiché il momento più grave del disturbo coincide proprio con il periodo scolastico dove sono predominanti le richieste sul piano della letto-scrittura.

Ciò che si osserva in realtà è che questi bambini sono ricchi di punti di forza che spesso però non riescono ad emergere perché soffocati dalle urgenze didattiche cui dover far fronte per non rimanere indietro con il programma e con i ritmi di apprendimento dei compagni.

L’ampia letteratura di riferimento concorda dello stabilire che i punti di forza più comuni negli studenti con DSA sono:[1]

  • Intelligenza
  • Capacità di memorizzare per immagini
  • Capacità di fare collegamenti non convenzionali
  • Creatività e capacità di produrre facilmente nuove idee
  • Propensione alla selezione di argomenti in una discussione
  • Abilità nelle soluzioni dei problemi che richiedono di immaginare soluzioni possibili
  • Intuito e introspezione
  • Vivida immaginazione

I docenti dovrebbero valorizzare queste caratteristiche in una logica di personalizzazione e individualizzazione didattica, anche all’interno delle consuete attività curriculari concentrate principalmente sulle abilità nella letto-scrittura e nel calcolo.

 

[1] Per la letteratura scientifica di riferimento sui DSA cfr: American Psychiatric Association, DSM-IV-TR, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Elsevier, Milano, 2000; Benso, La dislessia, Il leone Verde, Torino, 2011; C. Cornoldi e S. Zaccaria, In classe ho un bambino che, Giunti, Firenze 2011; G. Stella, La dislessia, Il Mulino, Bologna, 2001; Trisciuzzi, Zappaterra, La dislessia, Guerini Scientifica, Milano, 2005.

 

A cura di: Edoardo Bonsignori

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