La legge n.646/1982 – nota come legge “La Torre – Rognoni” – introdusse il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (art.416 bis) all’interno del nostro codice penale. Per la prima volta l’associazione mafiosa venne definita e resa sanzionabile. Appartenere alla mafia iniziò a costituire un reato.
L’approvazione della legge ebbe un forte impulso dai tragici eventi di cronaca che caratterizzarono la Sicilia degli anni ”80. Infatti, l’omicidio di Pio La Torre e dell’autista Rosario Di Salvo, uccisi da Cosa Nostra il 30 aprile 1982, influirono sull’iter legislativo del provvedimento. Il Parlamento approvò la legge il 13 settembre 1982, esattamente dieci giorno dopo la morte del prefetto di Palermo, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, altra vittima di mafia.
La legge “La Torre – Rognoni” si basa sulla proposta di legge presentata dal deputato e segretario del PCI siciliano La Torre il 31 marzo 1980 in Parlamento e dai due decreti del ministro dell’interno democristiano Virginio Rognoni.
Il provvedimento introdusse un’altra novità per la legislazione antimafia: la confisca dei beni. Vennero introdotte delle misure di prevenzione patrimoniale che prevedevano il sequestro e la confisca per i beni di cui disponeva, direttamente o indirettamente, il mafioso. Per procedere al sequestro e alla confisca del bene le autorità giudiziarie devono dimostrare che esso sia il frutto di attività illecite.
Nell’anno dell’approvazione della legge le due misure costituirono innovazioni straordinarie che determinarono risultati efficaci ed immediati. Di lì a poco (1986) si sarebbe celebrato il Maxiprocesso a Cosa Nostra, impensabile senza l’associazione mafiosa. Il sequestro e la confisca dei beni si rivelò un’arma efficace per la repressione del fenomeno mafioso, al punto tale da destare preoccupazioni e timori tra le file stesse della criminalità organizzata.
Se oggi disponiamo di una delle migliori legislazioni antimafia al mondo lo dobbiamo anche alla proposta parlamentare del marzo 1980, portata avanti con tenacia da Pio La Torre.
Ps. Esattamente due giorni fa, la terza Sezione della Corte d’Appello di Roma, presieduta da Claudio Tortora, ha ribaltato la sentenza di primo grado sull’indagine “Mondo di Mezzo” (Mafia capitale), che vedeva il coinvolgimento dell’ex Nar Carminati e il re delle coop rosse Buzzi. La Corte ha riconosciuto l’associazione per delinquere di stampo mafioso. Proprio quella prevista dal 416 bis e dalla legge La Torre – Rognoni”.
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