Chi appicca un incendio volontariamente può farlo per motivi psicopatologici o per interesse personale. Sempre più spesso si sente parlare di Piromania e sempre più spesso il termine viene usato impropriamente, perché non tutte le persone che appiccano incendi sono piromani ma possono essere semplicemente criminali.

Esistono due Psicopatologie legate al fuoco e tutte e due sono poco comuni, la piromania e la pirofilia.

La pirofila è una parafilia (comportamento sessuale atipico per i quali il soggetto sente una forte e persistente eccitazione erotico-sessuale) per la quale il paziente riceve gratificazione dall’incendiare qualcosa mediante l’utilizzo del fuoco o attività riguardanti esso. Si tratta dell’espressione più violenta di un’attrazione profonda per il senso di pericolo e distruzione, che di solito si manifesta solo sotto forma di piccoli giochi innocui ma che diventano nel tempo ossessivi. Si distingue dalla piromania perché coinvolge la sfera sessuale dell’individuo che ne è afflitto.

La piromania invece fa parte dei disturbi dirompenti, del controllo degli impulsi e della condotta.

La piromania descritta nel DSM-5 (principale manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) può essere riassunta attraverso i seguenti punti:

  1. Appiccamento di incendi in maniera deliberata e intenzionale in più di un’occasione.
  2. Tensione ed eccitazione prima dell’atto (ad esempio il soggetto ha un’irrefrenabile voglia).
  3. Il soggetto mostra interesse, fascino, curiosità o attrazione rispetto al fuoco e ai suoi contesti situazionali (ad esempio sentire le sirene dei vigili del fuoco, vedere canadair intorno all’incendio, ecc.).
  4. Piacere, gratificazione e sollievo quando appicca incendi o quando assiste o partecipa alle loro conseguenze.
  5. L’appiccamento degli incendi non viene fatto per guadagni economici, un’espressione di ideologie socio-politiche, per attività criminali, per vendetta, in risposta a delle allucinazioni, per migliorare la propria vita ma perché non se ne può fare a meno.

Allontanato dalle persone che ha intorno e poco incline a rivolgersi ai servizi di Salute Mentale e a stabilire una relazione terapeutica con un curante, il piromane si ritrova facilmente isolato con la sua ossessione per gli incendi; attrattiva più forte in estate non soltanto per la maggiore facilità con cui tale condotta può essere attuata, ma anche per il risalto dato dai media agli incendi dolosi che vengono a verificarsi. Va data, quindi un giusto rilievo mediatico al problema degli incendi, senza amplificare l’allarme a scopo sensazionalistico spesso perché un incendio che si verifica per diversi motivi nella zona può attrare uno o più piromani che fino a quel momento erano riusciti a trattenersi nel commettere questi atti.

La terapia della piromania può essere impostata da uno psichiatra e da uno psicoterapeuta (psicologo) e consiste generalmente nella combinazione di farmaci e sedute di psicoterapia.[1]

[1] Fonti: Autori vari, DSM-V-TR, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Milano, Raffaello Cortina, 2013; Quattrini,Parafilie e devianza, in: Enciclopedia Treccani; Autori vari, Psicologia e psicopatologia del comportamento sessuale atipico, Firenze,Giunti, 2015; Barresi e Centra, Piromania criminale. Aspetti socio-psico-pedagogici e giuridici dell’atto incendiario, Roma, EdUP, 2005.

A cura di: Edoardo Bonsignori. Per L’eclettico ha già pubblicato False credenze e punti di forza sui DSA;  Lo stigma sociale e L’anoressia nervosa.

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