Con la firma del Patto trasversale per la scienza, promosso da Enzo Burioni, da parte di Beppe Grillo e Matteo Renzi, è nuovamente esploso il dibattito sui vaccini. Un dibattito che, in verità, persisteva ma di cui si sentiva parlare un po’ meno.
I Cinque Stelle sono, forse, la forza politica più emblematica di questo dibattito perché tra le loro fila vi sono alcuni esponenti no-vax. Uno di questi è Davide Barillari, consigliere alla Regione Lazio, le cui opinioni riguardo la “democraticità della scienza” e l’obbligatorietà dei vaccini possono essere lette in questa recente intervista su Repubblica. Barillari, e con lui molti anti vaccinisti, sostengono la necessità di porre fine all’obbligatorietà dei vaccini, se non ai vaccini stessi, perché altrimenti si lederebbe la libertà di scelta del cittadino facendo, così, il gioco delle grandi multinazionali. Difatti l’altro argomento che spesso viene usato, assieme alla dannosità dei vaccini, è il presunto grande conflitto di interesse in gioco fra case farmaceutiche e Stato.
Il dibattito è delicato per le ovvie ricadute che l’abolizione dell’obbligo vaccinale comporterebbe, ma è anche un dibattito in cui spesso prevale l’incompetenza. Per questo motivo abbiamo chiesto alla giovane biologa Giulia Salamone di spiegare perché i vaccini e l’obbligatorietà siano utili e non dannosi. Siamo quindi particolarmente felici, noi de L’Eclettico, di accogliere questo nuovo contributo. Buona lettura! Daniele Curci
La vaccinazione consiste nella somministrazione di un preparato composto da un agente patogeno, o da alcune sue componenti, modificato in modo tale da stimolare il sistema immunitario umano e conferire protezione da quel patogeno senza che insorga la malattia a esso correlata. L’intuizione geniale che portò all’applicazione di questa procedura risale alla fine del ‘700 e da allora questi preparati si sono dimostrati uno dei mezzi più efficaci per il controllo, la prevenzione e l’eradicazione di malattie infettive gravi e potenzialmente letali, portando, nel 1980, alla completa eradicazione del vaiolo e risultando così una delle più grandi scoperte mediche fatte dall’uomo.
A seconda della loro natura i vaccini possono conferire una duratura protezione con una singola somministrazione, stimolando un’adeguata “memoria immunologica”, ovvero la produzione di cellule immunitarie specifiche che, in caso di esposizione al patogeno rispondono prontamente producendo anticorpi neutralizzanti. In altri casi la stimolazione dell’immunità risulta meno efficace e limitata nel tempo, rendendo necessario il ricorso a successive somministrazioni (i richiami vaccinali). Senza le vaccinazioni, il nostro corpo impiegherebbe troppo tempo per produrre una quantità di anticorpi sufficiente a contrastare l’invasore. Un intervallo di tempo durante il quale il microrganismo può replicarsi e causare danni al nostro organismo.
È importante sottolineare inoltre che le vaccinazioni non solo proteggono il singolo individuo ma anche coloro che non possono essere vaccinati o che non rispondono alla vaccinazione. Ciò è possibile grazie al fenomeno dell’immunità “di gregge”: nelle malattie infettive che vengono trasmesse da individuo a individuo, maggiore è la percentuale di individui che sono resistenti all’infezione, minore è la probabilità che un individuo suscettibile entri in contatto con l’agente patogeno. Se questo non trova soggetti recettivi disponibili, circola meno e ciò implica che se vengono mantenute coperture sufficientemente alte si impedisce al patogeno di circolare fino alla sua scomparsa permanente.
Non a caso, la pratica della vaccinazione per alcune malattie infettive è stata sin dall’inizio, ed è tutt’ora, regolamentata dal punto di vista legislativo. Le autorità sanitarie hanno infatti il dovere di evitare il propagarsi di patogeni pericolosi e ciò è reso possibile dalle vaccinazioni obbligatorie che hanno proprio lo scopo di tutelare la salute pubblica. In Italia, con l’attuazione del decreto-legge 7 Giugno 2017, n.73, sono obbligatorie per legge le vaccinazioni anti-poliomielitica, anti-difterica, anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti Haemophilus influenza tipo B, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite, anti-varicella, offerte in modo attivo e gratuito e incluse nel vigente calendario nazionale. È possibile vaccinarsi recandosi presso le strutture sanitarie pubbliche o, a seconda dei casi, direttamente dal proprio medico di medicina generale. Altre vaccinazioni sono raccomandate a soggetti appartenenti a particolari categorie professionali quali il personale sanitario, di assistenza, i viaggiatori internazionali o gli appartenenti a specifiche fasce di età.
Recentemente le vaccinazioni sono diventate il centro di un acceso dibattito, accusate di rappresentare un rischio per la salute in quanto correlate a effetti collaterali gravi, tra cui presunti danni neurologici. Prove a sostegno di queste affermazioni sono risultate tuttavia falsificazioni di dati di ricerca e molteplici studi hanno escluso queste conclusioni. Infatti, dato che l’obiettivo della vaccinazione è quello di simulare il primo contatto con l’agente causale della malattia che vuole prevenire, non è sorprendente che la vaccinazione possa portare a reazioni locali e sistemiche a causa dell’infiammazione necessaria per attivare la risposta immunitaria.
Tuttavia, anche se sono possibili tali effetti collaterali, la loro ridottissima probabilità di svilupparsi non va a inficiare la validità e l’importanza della vaccinazione, che negli anni è stata resa sempre più sicura e efficace attraverso lunghe fasi di sperimentazione. Inoltre, anche dopo la loro autorizzazione, i processi produttivi sono oggetto di controlli continui, al fine di impiegare nei programmi nazionali di immunizzazione i prodotti farmaceutici più controllati e sicuri.
La frequenza di reazioni avverse al vaccino inoltre è sempre molto più bassa della frequenza delle complicanze della malattia che insorge in individui non vaccinati. È necessario saper confrontare i rischi di reazioni avverse dopo la vaccinazione con i rischi associati alla malattia prevenibile e comprendere che i pericoli delle malattie sono sempre nettamente superiori ai rischi associati ai vaccini.
L’esitazione a vaccinare sé stessi o i propri figli spesso nasce anche da una bassa percezione dei rischi e della gravità delle malattie. Alcune di queste sono considerate rare e quasi scomparse (proprio grazie alle vaccinazioni), ignorando che gli agenti responsabili continuano a circolare e, in assenza di coperture vaccinali elevate, le malattie possono riemergere, con conseguenze anche drammatiche. La diffusione di queste idee antivacciniste e la conseguente diminuzione di vaccinazioni in alcuni Paesi, ha avuto infatti una serie di conseguenze a livello globale con la comparsa di epidemie per malattie che, fino a poco tempo prima, si presentavano con bassa incidenza, a riprova dell’efficacia di questa pratica.
Queste le principali motivazioni alla base della decisione di aumentare il numero di vaccinazioni obbligatorie.
Un’altra critica mossa nei confronti delle vaccinazioni afferma che l’obiettivo di un piano vaccinale con numerose vaccinazioni sia quella piuttosto di aumentare i profitti delle case farmaceutiche. Tuttavia, i costi medici per il ricovero, le terapie per l’infezione in corso e per quelle croniche sono sensibilmente maggiori (e quindi maggiori i conseguenti guadagni) rispetto al costo di una dose di vaccino.
Attualmente la ricerca in ambito vaccinale è ancora in pieno sviluppo. Grazie alla collaborazione di diverse figure professionali, quali medici, chimici, biologi, immunologi e non solo, sia a livello nazionale che internazionale, sono state incrementate le conoscenze dei meccanismi di interazione patogeno-uomo e tecniche sempre più avanzate di biologia molecolare e ingegneria genetica hanno reso possibile l’allestimento di nuove formulazioni vaccinali, attualmente in sperimentazione, per malattie quali ad esempio la malaria, che rappresenta una delle principali emergenze sanitarie mondiali e la tubercolosi che risulta essere la prima malattia infettiva per livello globale di mortalità e morbilità.
[1] Fonti: Antonelli G, Clementi G.P., Rossolini G.M., Microbiologia medica, II edizione, casa editrice Ambrosiana; Epicentro, Vaccini e vaccinazioni.
A cura di: Giulia Salamone.
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