Notre-Dame possiede una potenza ed un fascino unici, là su quell’isola cinta sinuosamente e sensualmente dalla Senna, crocevia simultaneo di temporalità storiche che s’impongono come presenza allo sguardo del passante.
Quando abitavo a Parigi passavo da Notre-Dame tutti i giorni: era un percorso obbligato per Saint-Germain o per la Sorbonne. Così, col tempo, è divenuta una sorta di presenza che mi teneva compagnia, come spesso accade con certi monumenti. Passeggiavo spesso accanto a lei, fermandomi a mangiare tremendi panini al tonno nei giardinetti sulla rive gauche alle spalle della chiesa ortodossa, oppure di ritorno dall’Île de Saint-Louis attraverso la Tournelle, da cui scorgevo Notre-Dame far capolino. Allora mi sedevo sui gradini che usano i barcaioli della Senna, l’acqua ondeggiante che lambiva la pietra sotto ai miei piedi.
Se non c’era Notre-Dame, in effetti, c’era la Senna a farmi compagnia nei momenti di riflessione o di scrittura: c’era il café all’angolo della rive gauche spalleggiante la costa dell’Île de la Cité, e c’era il Café de l’Océan sull’Île de Saint-Louis.
Anche la neve toccava con grazia la cattedrale: ricordo un giorno, obbligato da un seminario alla Sorbonne a vedere scendere fiocchi di neve dalla finestra fino alle sette, uscito su di un manto nevoso che m’accompagna fino a Notre-Dame accarezzata dai fiocchi che la cingevano come una corona.
L’incendio, non il primo nella sua storia, colpisce la nostra convinzione che tutto sia un presente eterno ed anche per questo stordisce i nostri sensi, così poco abituati alla tragedia. Ma colpisce anche perché ormai, assieme ad altri monumenti come la Torre di Pisa, Notre-Dame è un simbolo che unisce noi europei.
I parigini sono forti: in questi anni hanno avuto fin troppe tragedie, non meritavano questo fuoco. Ma sono convinto che, assieme a noi europei, si risolleveranno ricostruendo la plus jolie des cathédrale, là dove non solo tutta la Francia arriva e parte, ma dove l’Europa intera oggi giunge e rinasce.
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Immagine di copertina: Daniele Curci, ogni riproduzione è vietata.
Titolo: Edith Piaf, Sous le ciel de paris.

Cofondatore de L’Eclettico e dottorando in Scienze Storiche nelle Università di Firenze e Siena. Sempre con lo zaino in spalla. Tra un trekking e un altro scrivo per diverse realtà. Sono uno storico delle mentalità e delle relazioni internazionali. Mi occupo di esteri, soprattutto USA e Francia. Pubblico racconti qua e là. Ogni tanto parlo alla radio e in alcuni podcast. Non ho vissuto sempre dove vivo adesso, ma ho sempre avuto la mia chitarra e la letteratura al mio fianco. Ho fatto una scelta di parte: parlare di giovani e oppressi, criticando l’alienazione e lo sfruttamento sul lavoro.