Prostitute bambine tra i barrios di Barcellona; Lisbona sommersa dalla crisi: cadavere di donna trasportato nell’indifferenza; a Parigi dove manager scavalcano i barboni che cercano calore d’inverno sopra le bocchette della metropolitana. Ragazzi si dan fuoco per protesta: vorrebbero studiare, ma son troppo poveri per riuscirci; essere qualificati, ma non ottenere un lavoro: l’abbandono; vivere in minuscoli monolocali da non poter respirare, lavorando per l’affitto: la sussistenza. Bambini di periferia si scaldano dando fuoco a bidoni, giocando con pere di furia: ho perso Tom Joad. Yacht adorni di Ducati da collezione: Montecarlo, dove c’è chi ha talmente tanto che la miseria è solo un’idea. La ricchezza, assaporarne la seduzione, i vizzi, le comodità. Ho ascoltato, ho osservato, ho viaggiato. Bar scuri e fumosi, densi di birra e di lame, donne che hanno fatto del loro corpo una merce: quando diventi una puttana lo sei per sempre. Marchiata a vita. Anormale. Le ascoltavo, mi parlavano, tornavano a casa dal figlioletto. Donne che si ribellano alla dittatura del corpo e che esibiscono in segno di sfida muscoli e vene: la speranza d’un mondo che cambia; nel profondo Sud, dove l’omertà si fregia dei suoi risultati: economia sommersa e compiacenza; ubriachi ebbri di conoscenza, derelitti d’alcol che vagano nelle piazze con cani assieme a chi condivide l’amarezza del vino: offrimi un bicchiere e dividi con me la sigaretta, ti racconterò la mia storia. Nizza, ore a parlare con due spacciatori alla fine della Promenade des Anglais: orecchi disposti ad ascoltare; a La Coruña, là dove finisce il mondo nella speranza di un nuovo inizio, per trovare ancora e ancora e ancora acciaio e acciaio e asfalto e asfalto a coprire la spiaggia; scalare monti trovando ruderi di croci e vette spezzate. Curdi e siriani: famiglie di scappati sommersi; anziana signora d’Irlanda cui la vita del figlio l’IRA ha rubato e che l’esercito inglese un nipote le ha torturato; manganellate e magistrati solerti e conniventi si premurano di denunciare adolescenti innocenti. Defraudati dal lavoro, della vita e della felicità. Circoli operai immersi nell’acre odore di canna, la partita, il biliardino, dietro l’angolo si tira prima del lavoro. Padri senza impiego, figli lasciano la scuola; adolescenza al pascolo: soli, per mesi, mandrie di pecore; figli raccolti la notte nei vicoli con siringhe conficcate nel braccio, pesanti come lastre tombali; alla ricerca di violenza, sfogo di rabbia per un padre che picchia la madre. Amiche senza giustizia, nelle strade violentate e nei bar molestate: la colpa d’essere femmina; notti d’amore, un nome scivola via nei ricordi, felici al di là dall’Oceano; sul tetto di Parigi a leggere Prévert salmodiando l’amore tra comignoli di solitudine. Sconosciuti m’accolgono in Germania Ovest, niente in cambio ma raccontami la tua storia.
L’individuo: servo della finanza, non guarda in faccia a nessuno, solo del profitto gli importa. Beruf che spiana la via. Non ho chiesto tutto questo, non abbiamo chiesto tutto questo; welfare come lusso, parità d’accesso all’istruzione privilegio nobiliare: Darwin sarà fiero di noi. Politici corrotti e politici convinti i minatori è bene bastonarli. Beruf mancato e sistema punitivo. Miserabili. Miserabili che rendono grande la vita perché sono essi stessi la vita: agire nonostante tutto, nonostante le enormi catene, nonostante le privazioni del loro. Vivere per lavorare e lavorare per vivere: nessun equilibrio per l’uomo, schiavo dell’idea. Miserabili. Miserabili nichilisti che annegano in un mare di niente: mare in tempesta, fai spazio, questa barca è troppo piccola per tutti e due. Uomini, donne, bambini, ambiente sfruttato. Clima impazzito, coltri di nubi tossiche annebbiano la vista; animali disorientati; indigeni cimeli da museo; città saccheggiate in preda a flussi in cui si guarda senza osservare. Passeggeri di un clima furioso, complici indifferenti.
Immaginazione al potere. Potere dei giovani; potere dei nonni che abbracciano nipoti; potere di padri e madri beneficiano della nuova posizione del lavoro nella società. Amore privo di barriere; frontiere che crollano come mura fatiscenti; unione transcontinentale, fine dello Stato – Nazione. Identità fluida; arte del viaggiare. Parità di accesso all’istruzione; fine dei falsi diplomi che certificano una «conoscenza» dopo che altri diplomi hanno certificato un «sapere»: paganti sistemi d’istruzione post-laurea; equa distribuzione dei redditi.
No. Non andrà tutto bene. Cambierà il mondo.
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Cofondatore de L’Eclettico e dottorando in Scienze Storiche nelle Università di Firenze e Siena. Sempre con lo zaino in spalla. Tra un trekking e un altro scrivo per diverse realtà. Sono uno storico delle mentalità e delle relazioni internazionali. Mi occupo di esteri, soprattutto USA e Francia. Pubblico racconti qua e là. Ogni tanto parlo alla radio e in alcuni podcast. Non ho vissuto sempre dove vivo adesso, ma ho sempre avuto la mia chitarra e la letteratura al mio fianco. Ho fatto una scelta di parte: parlare di giovani e oppressi, criticando l’alienazione e lo sfruttamento sul lavoro.