Giovedì 17 dicembre è arrivata la notizia che il Presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, è positivo al coronavirus. La notizia giunge poche settimane dopo la morte dell’ex Presidente Giscard Valéry d’Estaing a causa del virus.
Il Presidente francese ha i poteri più ampi di qualunque altro omologo europeo e la Francia è una delle più rilevanti medio – potenze occidentali. Che cosa accadrebbe, dunque, se Emmanuel Macron dovesse essere ricoverato o dovesse soccombere a causa del covid, nonostante la sua giovane età (43 anni)?
L’articolo 21 della Costituzione autorizza il Primo ministro a sostituire il capo di Stato per dirigere il Consiglio di difesa – non dimentichiamoci che la Francia è una potenza militare e l’unico paese nell’Unione Europea, dopo la Brexit, dotato di arsenale nucleare – o il Consiglio dei ministri, ma specifica che non si tratterebbe di una sostituzione vera e propria. Questa viene infatti definita dall’articolo 7 che parla di «impedimento». Le cause dell’empêchement sono molteplici : «il presidente potrebbe essere scomparso, potrebbe essere stato rapito». Ancora, l’articolo 7 parla di «posto vacante» in caso di dimissioni del Presidente, come successo nel 1969 con Charles de Gaulle, o perché questi è morto, come nel caso di Georges Pompidou nel 1974. Ecco che quindi l’articolo 7 stabilisce che a sostituire il Presidente della Repubblica sarebbe il presidente del Senato, carica attualmente ricoperta da Gérard Larcher del partito Les Républicains. Nel caso anche quest’ultimo fosse impossibilitato, per malattia o altro, spetterebbe al Primo ministro e a seguire i ministri nell’ordine stabilito per legge – l’ordine è consultabile qui, sul sito del governo.
Il successore di Macron assumerebbe la quasi totalità dei poteri presidenziali, con l’eccezione della possibilità di convocare un referendum e di sciogliere l’Assemblea nazionale. Se la sostituzione fosse definitiva, inoltre, non sarebbe possibile modificare la Costituzione e dovrebbero essere organizzate le elezioni del nuovo Presidente in un periodo che va da 20 a 35 giorni l’assunzione dei poteri del sostituto.
Due curiosità. La prima: sia nel 1969, quando cioè de Gaulle si dimise, che nel 1974, quando morì Pompidou, il presidente del Senato che assunse i poteri fu Alain Poher, all’epoca appartenente al partito Centre Démocrate. Infine, l’assunzione dei poteri da parte del presidente del Senato è un’invenzione della V Repubblica (l’attuale): prima la Costituzione prevedeva che il primo nella linea di successione fosse il Presidente dell’Assemblea nazionale. L’ordine fu rivisto perché nel caso il presidente dell’Assemblea avesse dovuto assumere i poteri, l’Assemblea sarebbe stata sciolta provocando così un vuoto, cosa che non accadrebbe con il Senato che non può essere sciolto.
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Cofondatore de L’Eclettico e dottorando in Scienze Storiche nelle Università di Firenze e Siena. Sempre con lo zaino in spalla. Tra un trekking e un altro scrivo per diverse realtà. Sono uno storico delle mentalità e delle relazioni internazionali. Mi occupo di esteri, soprattutto USA e Francia. Pubblico racconti qua e là. Ogni tanto parlo alla radio e in alcuni podcast. Non ho vissuto sempre dove vivo adesso, ma ho sempre avuto la mia chitarra e la letteratura al mio fianco. Ho fatto una scelta di parte: parlare di giovani e oppressi, criticando l’alienazione e lo sfruttamento sul lavoro.