Il Presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron fonderà un nuovo partito? «Una riflessione è in corso», ammette una fonte interna all’entourage di Macron. Già a settembre scorso all’interno di En Marche si parlava di costruire questo nuovo partito. Al riguardo si erano espressi, tra gli altri, anche Jean Castex, attuale primo ministro, e il presidente del partito Stanislas Guerini.
Si tratterebbe di un partito aggregatore delle varie forze politiche che sostengono il presidente francese e il suo partito, La République En Marche.
Attualmente En Marche gode del sostegno di MoDem (Mouvement démocrate), un partito di centro fondato nel 2007, di Agir di orientamento di centro – destra e nato da una scissione dei Républicains nel 2017 e di Territoires de progrès, partito di centro – sinistra nato nel 2020 da una scissione del Partito socialista e che sin da subito ha dato il suo sostegno ad Emmanuel Macron. Il nuovo partito dovrebbe quindi consolidare queste alleanze allargandole inoltre ad altri esponenti del centro – destra anche a seconda di come finiranno le discussioni all’interno dei Républicains seguite all’alleanza con En Marche per le regionali di giugno in Alpi – Costa Azzurra.
Creare il partito, però, non sarà così facile perché al momento MoDem e Agir non hanno intenzione di confluire (e quindi disciogliersi) in una nuova formazione politica che non è detto che abbia successo. Non tutti i membri di En Marche, inoltre, sarebbero favorevoli e Macron non può permettersi, a meno di un anno dalle elezioni presidenziali, nuove defezioni tra le sue fila. Pertanto, se il partito vedrà la luce dovrebbe nascere nel corso del 2022, a cavallo o successivamente alle elezioni presidenziali. Secondo alcuni consiglieri del presidente francese, infatti, Macron potrebbe prendere ispirazione dalla campagna presidenziale di Jaques Chirac del 2002. In quell’anno Chirac si ritrovò al ballottaggio con Jean – Marie Le Pen, padre dell’attuale leader del Front National Marine Le Pen. Per superare l’impasse propose a tutte le forze di destra di raggrupparsi intorno a una nuova sigla, l’Unione per un Movimento Popolare (UMP) che dopo le elezioni divenne un vero e proprio partito. La cosa funzionò perché la certezza della vittoria e la capacità di trascinare il centro – destra consentirono a Chirac di fare un discorso «o ti unisci o sparisci», come rileva un consigliere di Macron a France Info. Macron, con molta probabilità, dovrà affrontare Marine Le Pen al ballottaggio, come già accaduto nel 2017, e in quell’occasione potrebbe tentare la strategia di Chirac. Il problema è che l’attuale presidente francese non ha la forza e i numeri che aveva cinque anni fa. Nella storia della Quinta Repubblica, inoltre, nessun presidente è stato rieletto per un secondo mandato ad eccezione di François Mitterrand nel 1988, che venne rieletto grazie al sistema della coabitazione, quando cioè la maggioranza parlamentare e il primo ministro appartengono a un partito diverso da quello del presidente.
Se l’idea di un nuovo partito avrà successo potrebbe rappresentare una spinta alla rielezione (in salita) di Macron all’Eliseo, trovando una risposta inoltre alle preoccupazioni di molti macronisti della prima ora che guardano con nostalgia al 2017, quando En Marche vinse il secondo turno delle presidenziali con il 66% delle preferenze.
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Cofondatore de L’Eclettico e dottorando in Scienze Storiche nelle Università di Firenze e Siena. Sempre con lo zaino in spalla. Tra un trekking e un altro scrivo per diverse realtà. Sono uno storico delle mentalità e delle relazioni internazionali. Mi occupo di esteri, soprattutto USA e Francia. Pubblico racconti qua e là. Ogni tanto parlo alla radio e in alcuni podcast. Non ho vissuto sempre dove vivo adesso, ma ho sempre avuto la mia chitarra e la letteratura al mio fianco. Ho fatto una scelta di parte: parlare di giovani e oppressi, criticando l’alienazione e lo sfruttamento sul lavoro.