Mantenere l’attenzione su casi come quello di Giulio Regeni è importante, soprattutto se la si accompagna ad un’informazione accorta e verificata. Spiegare, contestualizzare togliendo spazio alla disinformazione e alle false notizie è fondamentale. Lo dimostra la scarcerazione di Patrick Zaky, anche se la riacquisizione della piena libertà per lo studente egiziano è ancora lontana dall’essere concreta.
L’Italia in questi anni non ha dimostrato di essere un paese all’altezza delle sfide che riguardano Regeni e Zaky. Non si è trattato di realpolitik: se lo fosse stato i governi italiani avrebbero intrapreso azioni dure e decise fino a quando non avrebbero ottenuto verità. Si è trattato di debolezza e di conflitti di interesse, come ha sottolineato anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni.
La cattura, le torture e l’assassinio di Giulio Regeni così come l’incarcerazione di Patrick Zaky per il suo attivismo e le sue ricerche nel campo LGBQT+ sono innanzitutto un’ingiustizia di fronte alla quale non possiamo volgere lo sguardo. Ma sono anche un attacco alla libertà della ricerca nella sua totalità, alla libertà di pensiero e di critica. Un attacco che colpisce nel profondo la democrazia europea al fine di rafforzare il potere di un regime, quello egiziano. È anche per questo che abbiamo deciso di raccogliere i nostri articoli su Giulio Regeni in un’unica pagina: per creare consapevolezza spiegando e raccontando la storia e le storie che l’hanno seguita nell’evolversi del caso. L’assenza d’informazione seria e di consapevolezza sarebbe irrispettosa della memoria di Giulio, un ricercatore.
I contesti del rapimento e dell’uccisione:
- L’Egitto delle “buone relazioni” e il caso Regeni: in questo articolo parliamo del contesto egiziano e internazionale in cui è avvenuta la sparizione. Fondamentale per inquadrare le varie ragioni che hanno mosso le intenzioni del governo del Cairo. L’articolo, inoltre, fornisce anche un contesto relativo alla ricerca, spiegando perché nelle intenzioni di al – Sisi vi era anche quella di danneggiare questo ambito.
- Nessuna verità per Giulio Regeni: parliamo del contesto italiano e dell’intricata situazione egiziana, per come appariva tra il 2017 e il 2019.
L’inazione dei governi italiani e le responsabilità del governo egiziano:
- (Poca) verità per Giulio Regeni: una ricostruzione quasi giorno per giorno dell’inazione dei governi italiani, mostrando al contempo i conflitti di interesse, veri e presunti, e aspetti non chiariti di numerosi politici come Matteo Renzi, Angelino Alfano, Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. L’articolo si sofferma sulle relazioni economiche con l’Egitto, comprese le commesse militari.
- Giulio Regeni: non si tratta di realpolitik: torniamo di nuovo sull’inazione dei governi italiani, su azioni sconvenienti e su presunti conflitti di interesse di alcuni esponenti politici per spiegare perché non si è trattato di realpolitik, ma di debolezza delle istituzioni.
- Regeni: al – Sisi e i vertici del governo sono responsabili. Lo afferma anche la Commissione parlamentare: a conferma dell’inazione del governo italiano, delle sue responsabilità e di quello italiano ed egiziano si è espressa anche la Commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. Perché in un regime come quello di al – Sisi i vertici non potevano non sapere. La Commissione, inoltre, sottolinea come il caso sia stato anche un pretesto per “colpirne uno per educarne molti”, mandare cioè il messaggio che in Egitto ricerca su certi temi non deve essere fatta.
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Cofondatore de L’Eclettico e dottorando in Scienze Storiche nelle Università di Firenze e Siena. Sempre con lo zaino in spalla. Tra un trekking e un altro scrivo per diverse realtà. Sono uno storico delle mentalità e delle relazioni internazionali. Mi occupo di esteri, soprattutto USA e Francia. Pubblico racconti qua e là. Ogni tanto parlo alla radio e in alcuni podcast. Non ho vissuto sempre dove vivo adesso, ma ho sempre avuto la mia chitarra e la letteratura al mio fianco. Ho fatto una scelta di parte: parlare di giovani e oppressi, criticando l’alienazione e lo sfruttamento sul lavoro.