Fotografia di Letizia Battaglia

 

Ieri pomeriggio, alla Camera dei Deputati, prima che iniziasse il voto di fiducia al suo Governo, il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha tenuto un discorso in cui, tra le molte cose proferite e i continui riferimenti al “contratto”, ricordava le minacce di morte online ricevute dal Presidente della Repubblica, dopo il fallimento del primo tentativo di formare un governo Cinque Stelle – Lega, a causa dell’impasse sul nome di Paolo Savona.

Gli attacchi a Mattarella avevano in alcuni casi coinvolto il noto episodio dell’omicidio del fratello, Piersanti, ucciso da Cosa Nostra il 6 gennaio del 1980. Nel suo discorso, Conte ha cercato di esprimere la sua solidarietà a Mattarella, ma non è sembrato capace di citare le dinamiche dell’omicidio, parlando così di un generico “congiunto” del Presidente.

Ora, appare curioso che, un presidente del consiglio, autore di due discorsi parlamentari (sia al Senato che alla Camera), pieni di riferimenti alla lotta alla mafia, non ricordi l’uccisione di un importante politico che si impegnò duramente nel contrasto alla criminalità organizzata. Un presidente del consiglio che è espressione di una maggioranza politica desiderosa di avviare un “cambiamento”. Aspetteremo con trepidazione i frutti del cambiamento (se positivi), purché non consistano nell’ignorare la memoria delle vittime di mafia e la storia  del nostro paese.

È facile parlare di lotta alla mafia. Diventa più ostico attuarla nella realtà quotidiana. Il contrasto si attua anche attraverso le parole e i gesti, soprattutto da parte delle istituzioni, in passato troppo spesso taciturne nei confronti della mafia. Vedere il presidente del consiglio Conte dimenticare un efferato omicidio, ricordato perfino da coloro che hanno attaccato Mattarella sui social, mi lascia alquanto perplesso.

Professor Conte, le suggerisco di riporre il “contratto” del “governo del cambiamento” su una scrivania di Palazzo Chigi, lasciandolo alla consultazione dei due vicepresidenti Di Maio e Salvini.

E, se mi è permesso, le consiglio una lettura: Quarant’anni di mafia di Saverio Lodato.

Li troverà molte informazioni su Piersanti e altri “congiunti”, vittime di mafia.

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